E’ stato condotto, di recente, uno studio molto curioso sugli effetti dei test del DNA sui partecipanti. Di proposito, i ricercatori hanno consegnato dei risultati falsi sui 223 volontari che desideravano avere un programma personalizzato di alimentazione e attività fisica.
Lo scopo era però diverso: scoprire la loro reazione di fronte ai risultati e analizzare come, nel tempo, questo avrebbe avuto impatto sulla loro salute.
Già in passato era stato fatto qualcosa di simile, allo scopo di comprendere come i risultati di un test del DNA potessero stimolare le persone a cambiare o meno stile di vita. Stavolta, però, gli autori di questa ricerca sono andati oltre.
La domanda era: è possibile che apprendere i risultati del test del DNA possa cambiare non solo il nostro comportamento, ma anche quello del corpo stesso, a livello molecolare?
Per rispondere al quesito hanno pensato di utilizzare un metodo un po’ subdolo. L’effetto placebo ha le sue fondamenta nella fisiologia: quando un individuo assume una pillola di zucchero e sente meno dolore, il suo cervello rilascia in realtà degli antidolorifici artificiali, le endorfine. E se capitasse qualcosa del genere anche in questo ambito?
Sono stati eseguiti due esperimenti. La metà dei partecipanti ha appreso dei risultati del test falsi in merito ad un gene legato all’attività fisica e di conseguenza si sono allenati sul tapis roulant. L’altra metà ha ricevuto un risultato falso relativo ad un gene della fame e, di conseguenza, ha consumato un frullato di 480 calorie.Chi ha saputo di avere il gene peggiore ha smesso prima di correre e ha sentito fame prima degli altri. Inoltre, la funzione polmonare e gli ormoni della fame di questi individui hanno osservato un cambiamento.
I risultati non sorprendono: le persone tendono a interpretare i risultati dei test in maniera deterministica, senza tenere conto di tanti fattori ad essi correlati.
Oggi è sempre più facile reperire i kit online per l’analisi del DNA. Alcuni risultano nebulosi e non sono regolamentati. Questi test possono portare a consigliare una dieta specifica o un programma di attività fisica personalizzato, ma non ci sono oggi abbastanza prove che questo sia sufficiente per ottenere dei risultati effettivi. I geni spiegano solo una piccola parte di tutta la nostra fisiologia e avere dei risultati approssimativi, senza la guida di un professionista preparato, potrebbe essere deleterio.
Naturalmente, nell’ambito dello studio i ricercatori hanno deliberatamente scelto di non fornire ai partecipanti dei risultati falsi legati a rischi genetici di malattie come Alzheimer e cancro. Prima di tutto perché era preferibile scegliere qualcosa di specifico, inoltre per evitare conseguenze dannose alle persone.
Se questo studio venisse confermato da ricerche ulteriori, metterebbe in luce come l’informazione genetica, se non gestita correttamente, possa svolgere il ruolo di una profezia che si autoavvera.
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Articolo di generazionebio.com
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