Al di là della gravidanza, l’utero non è mai stato un granché considerato, persino in ambiente medico.
Fortunatamente, oggi qualcosa sta cambiando e anche i ricercatori stanno spostando la loro attenzione sulle connessioni che esistono tra utero, ovaie e cervello. Lo scopo è quello di comprendere meglio come la rimozione di questi organi possa influire sulla salute di una donna.
Che dopo questo intervento non sia più possibile sperimentare un orgasmo uterino è risaputo. Ma sembra esserci molto di più.
La rivista Endocrinology ha pubblicato uno studio condotto sui ratti, dove è stato dimostrato che coloro a cui era stato rimosso l’utero si ritrovavano con una memoria a breve termine indebolita, rispetto ad altri che avevano ricevuto altri tipi di trattamento ginecologico. Si tratta di un primo passo per analizzare come il sistema riproduttivo femminile e la scelta di alterarlo possano influenzare la funzionalità cognitiva e la salute in generale.
Quindi, l’utero non si può più considerare una mera fabbrica di bambini, come un tempo. Questo organo ha un ruolo importante nella regolazione e nella produzione degli ormoni, ad esempio. Non si tratta pertanto di un organo inattivo quando non è gravido, motivo per cui in ambito medico è spesso stato considerato “inutile” e rimosso con fin troppa facilità. Gli organi riproduttivi di una donna hanno un enorme valore che vanno oltre.
Per le donne un’isterectomia addirittura prima dell’inizio naturale della menopausa è diventato in certi ambiti un intervento quasi di routine, tanto da essere uno dei più comuni in sala operatoria. Spesso viene rimosso solo l’utero, altre volte si eliminano anche le ovaie. Eppure, se le ovaie venissero mantenute dopo l’intervento, si potrebbe impedire alla donna di andare in menopausa precoce. Inoltre, la loro rimozione può essere collegata all’aumento del fattore di rischio di malattie cardiache e osteoporosi.
Alcune ricerche hanno rilevato come gli estrogeni e altri ormoni che sono prodotti dalle ovaie possano aiutare a proteggere le strutture neurali del cervello, promuovendo così la salute cardiovascolare, cutanea, ossea e urogenitale. Utero e ovaie sono strettamente collegati e i nervi connettono il cervello ad entrambi questi organi della riproduzione. Questa connessione è stata di recente osservata più da vicino, per valutare la correlazione tra isterectomia e rischio di demenza ed esordio precoce.
Oltre a queste nuove evidenze scientifiche che stanno facendo finalmente virare altrove la tendenza di rimuovere gli organi riproduttivi a scopo preventivo, occorre osservare l’utero da un punto di vista simbolico.
L’utero è la rappresentazione per eccellenza della femminilità, della creatività, del potere e della forza vitale della donna. Ma anche della casa, della protezione, del riparo. Da un punto di vista energetico, tutto questo riveste un’importanza sostanziale che non andrebbe mai ignorata. Se è vero che non si tratta di un organo vitale, è pur vero che l’utero dà la vita, materialmente ma anche in senso figurato poiché quanto più l’utero è forte, tanto più sarà equilibrata e regolata la femminilità della donna.
Per tutte queste ragioni l’utero non andrebbe rimosso come un’operazione di routine, ma solo nei casi dove questo si renda veramente indispensabile. Ogni organo del nostro organismo ci viene fornito in natura per una ragione.
Chi si è già sottoposta a questo tipo di intervento chirurgico, però, non deve disperare. Alla luce di questi studi recenti, è possibile correre ai ripari in maniera mirata. Da un punto di vista energetico lavorando sull’utero che, pur non essendoci più materialmente, mantiene intatta la sua attività vibrazionale. Per fare questo, la cromopuntura può rappresentare un’opzione ottimale.
Da un punto di vista nutrizionale, senza dubbio l’assunzione di curcuma può essere una buona scelta grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, ma anche di alimenti capaci di rafforzare l’attività cognitiva, così da contrastare immediatamente i possibili rischi a cui si va incontro.
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Articolo di generazionebio.com
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