Le persone più sensibili sono molto più a rischio degli altri di provare sensi di colpa per le cose più impensabili. Ma, in particolare, provano questa sensazione non tanto per avere ferito qualcuno o sbagliato qualcosa, quanto per tutte quelle volte che provano a soddisfare i loro desideri più profondi.
Provare senso di colpa è qualcosa che drena ogni energia e che si tramuta in un inspiegabile peso percepito all’altezza dello stomaco. Se la rabbia brucia e la vergogna ferisce, il senso di colpa è qualcosa che si nutre della nostra capacità di goderci la vita.
Quando i sensi di colpa sono giustificati da errori o azioni del passato, hanno un effetto meno deleterio sulla persona. Ma non dovrebbero mai sorgere perché semplicemente abbiamo scelto di vivere la nostra vita e di prenderci cura dei nostri bisogni e dei nostri desideri.
La propria felicità, la salute e il benessere personali dovrebbero essere per tutti una priorità: non è possibile riuscire a reggere la pressione che comporta mettere sempre gli altri al primo posto.
Tutte quelle volte che abbiamo detto di sì solo perché ci sentivamo in colpa nel dire di no a qualcuno ci caricano della responsabilità per la felicità, la salute e il benessere altrui. Che non è però di nostra competenza e, anzi, ci prosciuga.
Quando accettiamo qualcosa che dentro di noi non vogliamo veramente, semplicemente stiamo cercando di compiacere gli altri.
Al contrario, quando mettiamo al primo posto i nostri desideri e poi ci sentiamo schiacciati dal senso di colpa, pensiamo di avere torto, di avere sbagliato qualcosa. Che non ce lo meritiamo.
Quel senso di colpa, invece, indica che è veramente necessario dire di no agli altri e sì a noi stessi.
Soddisfare le proprie esigenze e i propri desideri, prima di quelli degli altri, sta alla base del senso della vita. Questo non vuol dire diventare egoisti, ma nemmeno che dobbiamo sopprimere ciò che siamo e ciò vogliamo per ottenere il benestare altrui.
Soprattutto perché ogni volta che si va contro i propri desideri, si prova una sensazione di risentimento, di svuotamento. E’ come vivere la propria vita per gli altri.
Al contrario, prendersi cura dei proprio bisogni, vivere andando incontro ai propri desideri e realizzarsi è alla base della nostra esistenza. Solo comprendendo questo e integrando questa consapevolezza con quelle che sono le reali necessità altrui in momenti ben precisi (come quelle dei figli, ad esempio, anche se con il giusto equilibrio) ci si può liberare dai sensi di colpa.
Ognuno di noi dovrebbe vivere la vita a modo suo. Smettere di assumersi la responsabilità per altre persone. Fare ciò che ama e godersi la vita.
Un cambio di prospettiva può avvenire proprio interpretando quei sensi di colpa in modo diverso. Come se fossero un campanello d’allarme che in realtà la strada è quella giusta: quella della cura di sé.
Il corpo parla, le emozioni anche. Basta imparare ad ascoltarli e ad interpretarne i codici per ritrovarsi di nuovo padroni della propria vita.
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Articolo di generazionebio.com
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