Quante volte capita, una volta che si pensa di essersi liberati da una relazione tossica, da un ambiente di lavoro frustrante o da un amico disonesto, di ritrovarsi poco tempo dopo in situazioni assolutamente analoghe?
Questo succede perché ogni evento della vita cela in sé una lezione da imparare. Finché questa non sarà stata appresa, il mezzo per farlo ci sarà ripresentato ancora e ancora.
C’è un’affermazione che è stata attribuita ad Albert Einsten secondo la quale è una pazzia fare la stessa cosa continuamente, aspettandosi dei risultati diversi.
Eppure, questo tipo di atteggiamento folle è piuttosto comune nelle nostre vite. E’ assolutamente umano!
Senza rendercene conto, ci capita spesso di vivere la nostra vita come nel film “Il giorno della Marmotta”.
Il protagonista Phil Connors, interpretato dall’attore Bill Murray è un meteorologo burbero, arrogante e indifferente verso il resto del mondo. Phil si trova ad un tratto intrappolato in un loop temporale, dove ogni mattina si risveglia ed è sempre il 2 di febbraio. Nessuno se ne accorge, tranne lui. La situazione diventa sempre più intollerabile, tutto si ripete costantemente nella medesima maniera: sembra non esserci una via d’uscita e Phil pensa addirittura al suicidio.
Ad un certo punto, dato che non può cambiare ciò che c’è intorno a lui, dopo molta sofferenza decide di fare qualcosa per cambiare se stesso. Phil compie delle buone azioni, aiuta gli altri e inizia a sentirsi realizzato, arrivando, dopo varie vicissitudini, a rompere il ciclo degli eventi.
Nonostante tutti gli sforzi per cambiare, ci alziamo ogni mattina e ci ritroviamo a pensare a comportarci e a sentirci esattamente come il giorno prima, come il mese e gli anni precedenti. Persino ciò che capita intorno non accenna a cambiare.
Come mai succede questo? E’ il mondo là fuori che è sbagliato o il problema vero sta dentro di noi? Perché pur essendo esseri dotati di intelligenza finiamo così spesso per auto-sabotarci? Perché siamo sempre in ritardo, mangiamo troppo, prendiamo decisioni sbagliate anche se proviamo a cambiare? Perché attraiamo sempre lo stesso tipo di persone e soffriamo per questo?
Perché l’uomo ha nella sua natura la tendenza alla ripetizione, nonostante la sua intenzione di cambiare sia genuina. Freud aveva ipotizzato il modello della mente topografica, dove è presente un livello che si trova nascosto sotto la nostra consapevolezza che ci riporta sempre indietro, anziché farci compiere dei passi in avanti e cambiare.
Si tratta della mente inconscia, un contenitore degli aspetti più spaventosi e indesiderati della nostra vita, che non siamo in grado di affrontare consapevolmente. La mente conscia seppellisce nell’inconscio determinati eventi per proteggerci, ma pur ad un livello molto profondo, questi restano vivi e detengono il potere.
Per questa ragione è indispensabile, per rompere il ciclo degli eventi spesso negativo è necessario lavorare oltre la razionalità e trovare un mezzo per raggiungere il nucleo del problema. Questo aspetto è affrontato molto bene dalla Medicina Esogetica, che gira intorno al suo fulcro rappresentato dalla risoluzione dei conflitti. Questo approccio messo a punto dal ricercatore tedesco Peter Mandel, attraverso i numerosi strumenti terapeutici di cui si avvale, è in grado di raggiungere il livello più profondo dell’essere umano e di andare a sciogliere i blocchi che i traumi e le esperienze dolorose del passato hanno generato. Cambiando l’informazione alla base, anche ciò che si manifesta nella vita materiale subirà una modifica, andando così più facilmente a rompere il ciclo degli eventi e riportando l’individuo sul suo percorso di vita.
Solo quando si realizza che il cambiamento deve avvenire dentro di noi anche l’ambiente intorno, le situazioni e le persone che incontriamo sulla nostra strada cambiano. Non vivremo più quelle stesse esperienze sperimentate più volte, semplicemente perché la lezione insita in esse sarà stata appresa e saremo pronti per andare avanti. Finalmente.
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
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