Non è semplice comprendere quando una notizia è buona è quando è cattiva, perché si sa davvero poco della vita. In ogni momento, una buona notizia può trasformarsi in cattiva, poiché ogni situazione contiene il seme del suo opposto.
Tutto il processo della natura è integrato di una complessità immensa ed è impossibile sapere se quello che sta accadendo è in assoluto positivo o negativo.
Eppure, il nostro pensiero ha la necessità di catalogare tutti i fenomeni, per entrare meglio in relazione con essi. Pertanto, abbiamo la ferma convinzione che le cose siano o benefiche o dannose. Per questa ragione passiamo la maggior parte del nostro tempo a preoccuparci di ciò che potrebbe capitare di negativo, ogni volta che abbiamo la percezione di una notizia apparentemente cattiva.
L’ansia moderna si basa quasi esclusivamente sulla preoccupazione di cose che non accadranno mai.
Gli psicologi affermano addirittura che l’ansia. che oggi è una vera e propria epidemia, si basa su cinque categorie, delle quali quattro sono immaginarie. Solo la quinta riguarda preoccupazioni reali, ma si tratta di una percentuale pari all’8% della nostra quotidianità. Insomma, siamo dei maestri nell’arte del preoccuparci per nulla.
Queste preoccupazioni hanno poi l’effetto collaterale di alimentare paure ingiustificate, che ci rende – sempre nella nostra percezione – potenziali vittime di qualsiasi sciagura. Tutto questo ha delle conseguenze devastanti.
Il grande filosofo Seneca, quando secoli fa parlò di quella tendenza a concentrarsi sugli aspetti negativi delle situazioni e a preoccuparsi troppo, spiegò:
Gli animali selvaggi fuggono da pericoli che incontrano davvero e, una volta scappati, non se ne preoccupano più. Noi invece veniamo tormentati dal passato e da ciò che verrà. La memoria ci restituisce l’agonia della paura, mentre la previsione del futuro la provoca prematuramente.
Quello che intendeva è che la nostra mente non fa che viaggiare tra passato e futuro, immaginando cose che nella realtà presente non ci sono.
Non serve a nulla essere infelici prima che si scateni una catastrofe, perché ci sono dei pericoli che pensiamo ci stiano minacciando ma che non ci sfioreranno mai.
Sprecare la nostra energia mentale ed emotiva per le preoccupazioni irrazionali non ha senso. Se è vero che alcuni problemi si presenteranno davvero, non fanno ancora parte del nostro presente. Allora non vale la pena disperdere le nostre risorse nell’attesa. Soffriremo quando le cose accadranno, ma nel presente bisogna agire per migliorare le cose. In questa maniera, si impara a dominare il tempo, dando la possibilità ad altri eventi di eliminare o rimandare il problema.
La vera felicità consiste nel godersi il presente, senza avere ansie, né speranze né paure per il futuro.
Un uomo saggio è felice della fortuna che ha, qualunque essa sia, e non desidera ciò che non ha.
La chiave è vivere nel qui e ora, senza azzardare desideri che stimoli un’attesa eccessiva e che generino incertezza verso il futuro. L’unica preoccupazione di oggi deve essere quella di diventare persone più resilienti, per essere pronti ad affrontare tutto ciò che arriverà.
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Articolo di generazionebio.com
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