I blocchi si possono verificare a vari livelli e comparire sotto forma di zone di stress nel nostro corpo.
- a livello psicologico: il corpo si trova in costante tensione, a causa di un problema retrostante
- a livello anatomico: un tessuto si accorcia, oppure aumenta di densità e/o rigidità
- a livello bioenergetico: l’energia viene incapsulata in una zona specifica del corpo e ristagna
Come emerge un blocco
Il meccanismo che accompagna la formazione dei blocchi avviene a fronte di uno stress che causa una contrazione. Qui la persona può sperimentare una gamma di emozioni assai variegate.
- se le emozioni vengono manifestate, la tensione scompare in breve tempo e sarà al limite regolata dalle leggi sociali
- se le emozioni vengono represse, questa tensione rimane e si congela nel corpo
Una compressione fisica non è mai casuale: i muscoli reagiscono in modo adeguato ad una situazione. Ecco perché l’energia si concentra in una data area.
Se l’emozione non viene sciolta, anche l’energia rimarrà ristagnante, causando conseguenze come dolore o disagio. Questo blocco permarrà fino a quando non si farà nulla per liberarlo, in alcuni casi persino per anni.
Per questo motivo quando si lavora per metabolizzare eventi dolorosi del passato succede anche che si verifichi una trasformazione corporea contestuale.
Come si trasforma un blocco nel corpo
Inizialmente, il blocco è una struttura estranea, che comporta nella persona disagio, spasmo o dolore.
Ad un certo punto, la persona smette di percepirlo, nel momento in cui vi è stata una repressione di un evento. E’ come se questa si abituasse alle proprie circostanze personali e a situazioni insopportabili e vi si rassegnasse. L’unica percezione fisica che si ha è quella di una tensione costante, debole, che non sparisce mai.
Questi blocchi possono finire, con il tempo, per essere incorporati nella personalità stessa di un individuo e tutta la sua vita ne sarà influenzata. Va anche detto che i blocchi tendono a non isolarsi, ma a stabilirsi in colonie. Ognuno di essi svolge un compito predefinito, che dà forma all’intreccio della personalità.
Ogni blocco appare in un’area correlata alla natura dell’azione e della reazione richiesta dall’evento.
- se si reprimono le parole, il blocco potrà formarsi a livello di gola, collo, mascella, guance e labbra
- se si reprimono le lacrime, il blocco può formarsi su fronte, zigomi, occhi e torace
Questo blocco diventerà sempre più ampio ogni volta che la persona vivrà un’esperienza analoga a quello che l’ha causato.
La verità è che la tensione che si verifica nell’immediato ha un senso biologico: quello di protezione. Il problema è che spesso le emozioni che sono qui coinvolte non vengono riconosciute e restano senza un nome. Per questo si conservano nel corpo.
Nella maggior parte dei casi questi blocchi mettono le loro radici durante l’infanzia, quando la percezione consapevole del bambino è ancora molto debole. Se i genitori non sono in grado di sostenerlo in maniera corretta nella gestione di alcune situazioni, lo sviluppo del corpo può essere compromesso, perché si crea una sorta di corazza muscolare atta alla sopravvivenza. Come a dire che è meglio stare chiusi dentro al guscio, purché vivi.
La notizia positiva è che questa corazza si può abbattere, riportando il corpo fisico ed energetico in armonia.
Sono molte le strade per ottenere questo risultato. La Medicina Esogetica e la Cromopuntura sono sicuramente tra queste. Per iniziare un percorso di questo tipo in autonomia, può essere efficace partire dallo sviluppo della consapevolezza del proprio corpo.
Alcune tecniche Mindfulness sono funzionali a questo traguardo, prima tra tutte il Body Scan, che consiste nel focalizzare l’attenzione su ogni parte del proprio corpo, in un percorso guidato.
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Articolo di generazionebio.com
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