Si abusa spesso della parola karma, talvolta senza neppure conoscerne il pieno significato.
Quello che poche persone sanno è che non c’è un solo karma, ma ne esistono di tre tipi:
- karma individuale
- karma famigliare (o atavico)
- karma sociale
Ognuno di essi si intreccia in ciascun individuo, diventando una cosa sola. Quello che conta però, è che bisogna fare i conti con tutti questi livelli, seppur integrati tra di loro.
Questo potrebbe spiegare anche il motivo di alcuni eventi tragici di natura collettiva.
Ciò che una società compie ha per forza delle conseguenze, che vanno aldilà del concetto di ricompensa e di punizione.
E’ semplicemente la base della vita, poiché senza memoria, non c’è vita. La vita si replica proprio attraverso la memoria, che struttura il corpo e l’individuo, che si distingue da qualunque altra forma vivente e non.
Le situazioni accadono anche a causa della realtà sociale e del mondo. Ci sono milioni di situazioni dove le persone vengono coinvolte in incidenti collettivi o in stragi. Questo capita per un intreccio di informazioni, che derivano dal karma individuale, famigliare e sociale. Non è mai un caso se si nasce in una società piuttosto che in un’altra, in una zona geografica piuttosto che un’altra.
Questo intreccio si materializza perché il karma crea una certa conseguenza, sia interiore che esteriore e che, spesso, non si può modificare all’istante. Una situazione dipende da un numero variabile di fattori, non solo da noi stessi. Solo il karma individuale si può modificare in un istante.
Questo vuol dire che è possibile cambiare il proprio modo di vivere nell’immediato. Nessun altro è coinvolto in questo. Il mondo, invece, per quanto lo si possa influenzare, non cambia da un momento all’altro. Occorre del tempo. Ci vuole pazienza.
Il karma collettivo può allora creare delle conseguenze esterne.
Non tutti sono d’accordo con questa affermazione. Ma un’ipotesi del genere spiegherebbe molte cose apparentemente indecifrabili.
Quando si verifica un disastro naturale, non tutti gli esseri viventi sulla Terra lo sperimentano; nemmeno tutti coloro che vivono nelle zone colpite, nonostante la devastazione diffusa. E’ possibile allora che le vittime di questi eventi abbiano un karma indivuale e famigliare che risuona con quello condiviso e che per questo siano esposti a sperimentare questa esperienza in quel dato momento.
Questo non significa certo che le persone coinvolte siano peggiori delle sopravvissute, o – come si tende erroneamente a pensare spesso – più sfortunate. Anzi!
Ognuno di noi raccoglie delle informazioni karmiche positive e negative e le condizioni che determinano come e quando si deve vivere una data circostanza non si possono prevedere. Quando si tratta di situazioni collettive, ognuno poi la vive in maniera differente, in base al karma individuale, che corrisponde a qualcosa di unico e irripetibile.
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Articolo di generazionebio.com
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