È vero, principe, che voi diceste un giorno che il mondo lo salverà la «bellezza»? Signori, – gridò forte a tutti, – il principe afferma che il mondo sarà salvato dalla bellezza. E io affermo che questi giocosi pensieri gli vengono in mente perché è innamorato. Signori, il principe è innamorato; poco fa, appena è entrato, me ne sono convinto. Non arrossite, principe, se no mi farete pena. Quale bellezza salverà il mondo? (*)
Già, quale bellezza potrebbe mai salvare il mondo?
È l’autore stesso, e non ci crede, figurati io
penseresti di primo acchito, lettore.
Quale bellezza, se non quella in cui scioccamente credono una donna o un uomo innamorati?
Quale bellezza, se non quella che illude, che si deteriora, e si sposta continuamente come una grazia a tempo, un lusso letale, un ricordo che altro non è se non il riflesso impietoso di un’assenza?
Potrebbe mai questa bellezza salvare il mondo? Dostoevskij, non scherziamo.
La bellezza salverà il mondo. Idiota.
Come puoi veramente pensarlo?
Non fa ridere, fa male.
Fa male perché vorresti tanto, invece, che fosse così, che la bellezza come la vita fosse affar di tutti.
Invece, guarda.
Invece, ricorda.
Invece, pensa.
Invece, ascolta.
Invece guardami negli occhi e abbi il coraggio di dirmi che sono bello, che quello che mi succede è bello, che tutto ciò che c’è non è una lurida accozzaglia di errori, ingiustizie, soprusi.
Bellezza, abbi il buon gusto di tacere.
E se la bellezza davvero potesse salvare il mondo?
E se davvero non altro lo avesse salvato, finora?
Pensa al valore della bellezza e di ogni “emozione superiore” nell’alchimia.
Ce ne parla Salvatore Brizzi:
La mente vive in competizione con il resto del mondo perché teme di morire, e teme di morire perché in effetti morirà. I suoi principi sono quindi completamente differenti da quelli su cui si fonda la vita di un essere immortale. Quando abbiamo paura di morire viviamo nell’angoscia, quando diveniamo immortali viviamo nella gioia. Ecco perché è necessario prendere le distanze da ciò che non siamo. Ogni volta che ci abbandoniamo a un’emozione negativa danneggiamo tutti gli abitanti della Terra, i quali, anche a causa nostra, troveranno più facile arrabbiarsi, lamentarsi o sentirsi frustrati. L’alchimista sa che tutti gli uomini sono uniti fra loro. La conquista di uno è la conquista di tutti, il fallimento di uno è il fallimento di tutti (**)
Prova a ragionare secondo la responsabilità che abbiamo nei confronti di noi stessi e dell’universo intero, prova a ragionare da grande, piuttosto che da piccolo bardato nei carri armati, ben nascosto per renderti invisibile al fuoco nemico.
Prova a non sottrarti ai trilioni di legami che intessono la materia della nostra esistenza in una trama indistricabile di rapporti: siamo tutti i rapporti che ci collegano a ogni oggetto della nostra attenzione, siamo collegamento incessante, e neanche al sole possiamo badare un attimo, sovrappensiero, senza che questo ne risenta, in qualche minimo modo che a noi sfugge, ma che un giorno ci presenterà un cambiamento che ci entusiasmerà, o che ci turberà.
A fronte di questa ininterrotta responsabilità, la bellezza acquisisce non solo valore, ma senso radicale.
Come l’amore, come il perdono, come ogni piena e disarmata apertura del cuore, la bellezza ha il potere di riscrivere la storia, a partire da un punto piccolo di una nostra giornata qualunque, sperduto e incidentale quanto vogliamo, ma che esattamente come tutti gli altri può comunicare “al di fuori di sé” un cambio di rotta, di prospettiva, secondo raggi di influenza imprevedibili.
Non sappiamo in che modo l’onda del nostro contributo andrà a intrecciarsi con gli schemi in essere e in cambiamento nel campo immenso in cui siamo immersi, ma sappiamo che in ogni caso avremo un impatto.
In ogni caso avremo un impatto.
A te piacciono le cose belle?
E allora perché non stai dalla loro parte?
Non è difficile.
È difficile gonfiare un palloncino?
Per gonfiare un palloncino, bisogna soffiarci dentro.
Non prende forma se soffi al vento.
Così, abbi cura di dare una direzione precisa alle tue energie, cerca di non dispederle stupidamente;
non scomparire nella compagine più forte illudendoti che ti dia ragione.
Ti darà ragione, ma poi che te ne fai?
Scegli, piuttosto, crea!
Dove non vedi bellezza, evocala.
Prendi una matita colorata, canta, disegna, balla, abbraccia.
Sii intelligentemente, fattivamente rivoluzionario.
Non è vero che la bellezza è un lusso.
Te lo hanno fatto credere in mille maniere.
Sarai sempre ricco da poterti permettere un sorriso, una carezza, un gesto che spiazza e che rincuora.
La bellezza, come una nobile pazza decaduta, hanno tentato di rinchiuderla. Non nei sanatori, ma nei saloni, nei laboratori, sulle passerelle, nelle rassegne – ci hanno messo su il prezzo.
Per questo nessuno più crede in essa, perché non sappiamo più credere a ciò che non ha prezzo.
Se non ha un prezzo – sottinteso: alto – allora è di poco conto. Ma la vera bellezza è gratis.
Perché è libera, è ovunque.
È in te.
Sei tu che devi liberarti dalla tua durezza e soffiare nel palloncino.
Ché ad amare le luci, gli spettacoli già apparecchiati, siamo tutti bravi Eppure è nelle insenature, dove l’acqua non ce la fa a scrostare le cicatrici, che ha più senso restare se non è bellezza comune ciò che cerchi ma un motivo, un impeto, un sogno.
Bellezza tagliente, scomoda, incongrua.
Bellezza che non ti ridà più lo stesso fiato.
Se ti fermi qui dove tutto fugge e sfianca le parole, se hai il fegato e il cuore, la silente determinazione di restare, non c’è più bruciante bellezza di questa.
Sta già salvando il mondo, sta ancora salvando il mondo.
(*) F. Dostoevskij, L’idiota
(**) S. Brizzi, Officina Alkemica
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Articolo di Margherita Cardetta per generazionebio.com
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