C’è una nuova branca dello studio scientifico che risponde al nome di Neuroparassitologia che ancora non è così diffusa, ma che sta iniziando a prendere piede tra i ricercatori, a causa delle evidenze sorprendenti che le prime osservazioni hanno fornito.
I parassiti sono dei piccoli organismi che, secondo quanto è stato rivelato, sarebbero in grado in modo molto intelligente, di manipolare letteralmente il comportamento del loro ospite. Tutto questo, naturalmente, allo scopo di indurre un comportamento vantaggioso per il parassita. Ad esempio, è stato dimostrato come l’interazione tra prede e predatori sia orchestrato dai parassiti, a tal punto da spingere i topi ad avvicinarsi volontariamente ai gatti, per cadere nella loro trappola.
Sono queste delle idee che minano lo status quo e che pertanto, specialmente quando il discorso si sposta sull’implicazioni che potrebbe avere un meccanismo del genere sugli esseri umani, vengono ostracizzate. Si tende ancora a spiegare tutto in termini di patologia. Ma c’è molto altro da scoprire.
I parassiti potrebbero comportarsi come dittatori in incognito anche con noi esseri umani, per quanto ad oggi gli scienziati si siano limitati a scoprire e a dimostrare le varie dozzine di manipolazioni da parte dei parassiti nel regno animale, in particolare gli esemplari domestici.
Il toxoplasma gondi, ad esempio, si riproduce nell’intestino dei gatti e viene diffuso attraverso le loro feci. Una persona potrebbe banalmente infettarsi pulendo la lettiera. Si stima che, pur non sapendolo, almeno il 30% degli individui nel mondo potrebbe ospitare nella sua testa questo parassita.
Le conseguenze si concentrano tutte sul sistema nervoso centrale e potrebbero tradursi, secondo le ricerche preliminari e le ipotesi, in una vera e propria modifica dei tratti della personalità, contribuendo a comportamenti imprudenti dovuti a un riduzione dell’attenzione e a tempi più lenti di reazione – da qui l’inclinazione agli incidenti stradali – a comportamenti impulsivi e perfino autolesionistici. Sembrano essere imputati a questo parassita anche alcuni disturbi mentali e gli incidenti sul lavoro.
Per evitare allarmismi eccessivi, va comunque sottolineato come sia una rarità che un gatto casalingo si infetti e che, quindi, possa contaminare con il parassita la famiglia che lo ospita.
Quel che è però chiaro, è che i parassiti possono alterare il rilascio e i livelli di dopamina e di altri neurotrasmettitori chiave in ben 200 punti diversi nel cervello.
Non dovrebbero sorprendere, dunque, i comportamenti sempre più impulsivi e contro le regole che si incontrano nel mondo là fuori. I parassiti vanno a formare delle piccole cisti che, se si stabiliscono in alcune regioni cerebrali specifiche, possono persino stimolare una malattia psichiatrica e spingere al suicidio e alla schizofrenia.
Talvolta si tratta di cambiamenti più sottili; in altri soggetti non si riscontrano effetti collaterali. Ma è un’eventualità da considerare anche quando si è di fronte a problematiche come:
- disturbo ossessivo compulsivo
- deficit dell’attenzione
- iperattività
- alterazioni dell’umore
Verrebbe da chiedersi allora se davvero siamo totalmente responsabili delle nostre azioni, o se – oltre che dai conflitti della nostra infanzia – il nostro inconscio non sia controllato anche da questi patogeni.
Nel suo libro “I parassiti influenzano il tuo modo di pensare” la giornalista medica e scientifica statunitense Kathleen McAuliffe illustra in modo esaustivo tutti questi meccanismi e questi rischi a cui siamo sottoposti e quali sono le possibilità di difesa da attuare e l’instinto di protezione che derivano sia da tradizioni religiose e culturali che da un’emozione spesso trascurata, ma che potrebbe essere salvifica: il senso del disgusto.
Noi umani siamo infatti dominati dal terrore innato della contaminazione, che ci difende dai parassiti ma che ha anche un lato oscuro: produce le divisioni che ancora persistono nella nostra società.
Il volume rappresenta un’indagine davvero affascinante su un mondo ancora sconosciuto, ma che potrebbe davvero fare aprire gli occhi – specialmente alla scienza, stimolandola ad approfondire le implicazioni – e dare una spiegazione su come le nostre percezioni, azioni e pensieri umani possano essere controllati da un agente esterno.
![]() | Prove scientifiche del loro impatto sul cervello, sulle emozioni e sulle relazioni sociali |
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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