Dare un significato metafisico a dei sintomi materiali significa prendere in considerazione i modelli di pensiero e di comportamento che, in modo latente, li causano. Spesso persino gli schemi famigliari che i genitori trasmettono ai figli possono provocare squilibri a livello emotivo e fisico.
Quando si parla di insonnia, da un punto di vista metafisico è possibile pensare alla profonda paura di abbandonarsi, di lasciarsi andare. E’ come se l’individuo che ne soffre vivesse insicuro e volesse continuare a tenere il controllo su ciò che accade nella sua vita.
Quando si dorme, anche le facoltà mentali si assopiscono e si diventa più vulnerabili: i sensi diventano allo più vigili e in allerta rispetto all’ignoto.
Tenere la mente occupata dai pensieri, relativi a situazioni vere, simboliche o virtuali, permette di non abbandonarsi al sogno. Quando succede questo significa che la vita è permeata da tensioni, ansia, paranoie e spesso persino sensi di colpa.
A provocare tutto questo può esserci la sensazione che la propria sopravvivenza sia in qualche modo a repentaglio, a casa di traumi profondi legati a circostanze vissute. Possono esserci in atto nervosismi in relazione a delle decisioni da prendere.
Ogni volta che ci addormentiamo, inoltre, è come se morissimo ogni volta. Questa analogia, seppure inconscia, va a risvegliare la paura dell’ignoto e del buio.
Ci sono casi in cui è invece il senso di colpa inconscio a prevalere: è come se si avesse la sensazone di non meritare di riposare. I sensi di colpa associati ad essa possono essere di varia natura.
Altre situazioni si rifanno invece ad uno schema mentale secondo il quale dormire sarebbe una perdita di tempo.
Al sonno è strettamente legata la ghiandola timo, ma lo stesso vale anche per l’energia del cuore. L’insonnia può essere anche causata da mancanza di amor proprio, o di poca fiducia nell’amore e quindi, per analogia, nella vita.
Chiunque soffra di insonnia, prima di ricorrere a qualunque rimedio – o in contemporanea con la sua assunzione – dovrebbe fare delle riflessioni sul suo modo di condurre la vita e su tutto ciò che provoca delle distanze insanabili tra l’individuo e il senso di armonia e pace.
Ottimo sarebbe eseguire delle meditazioni sugli argomenti trattati qui e assumere ogni sera, prima di dormire, un infuso di tisana, per dieci giorni consecutivi. Questo dovrebbe già dare dei benefici e ristabilire l’abitudine a dormire di nuovo.
Chiaro è che se le cose non migliorano è il caso di approfondire la questione e sincerarsi che non vi siano altre condizioni a provocare questo disturbo.
La prima cosa da fare sarà, comunque, imparare a rilassarsi, a lasciare il controllo e abbandonarsi ai sogni, che per altro sono sempre il modo migliore per rigenerare la mente dagli stress vissuti nel corso della giornata. Chi non dorme non rigenera né il corpo, né la mente, finendo per entrare in un circolo vizioso da cui è sempre più complesso liberarsi.
Un accorgimento importante è legato all’ora in cui coricarsi: alle 22 avviene un calo significativo dei livelli di cortisolo. Questo è il momento migliore per assumere una tisana rilassante e dedicarsi ad una lettura piacevole, che non sia intellettivamente impegnativa. Alle 23 le luci dovrebbero essere spente, perché è proprio a partire da quell’ora che i livelli di cortisolo ricominciano a salire, rischiando di mettere a repentaglio il riposo notturno, qualora si sia coinvolti in un’attività stimolante. Naturalmente, deve essere bandito ogni schermo davanti agli occhi dalle 22 in poi, per evitare che il ritmo sonno/veglia si alteri a causa dell’eccessiva luce assorbita dalla retina.
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Articolo di generazionebio.com
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