Come lo guardi dipende molto da come lo vedi
Rasheed Ogunlaru
Ogni volta che ci troviamo in una situazione complessa e difficile da gestire, abbiamo difficoltà a muoverci nella direzione giusta, quindi a trovare una soluzione efficace.
La chiave per facilitare questo processo è imparare a vedere le cose sotto una luce diversa. A partire da noi stessi, fino ad osservare gli altri in maniera nuova. Ciò che è più difficile fare è considerare idee e prospettive che sono in contrasto con le nostre credenze e i nostri schemi abituali.
Per raggiungere questo obiettivo, è necessario prima di tutto analizzare i tre modi diversi che abbiamo di vedere e di percepire il mondo.
Thea: la visione attraverso gli occhi
La prima cosa che facciamo, quando osserviamo il mondo circostante è di guardare con i nostri occhi. C’è un termine greco che esprime bene questa modalità: thea, l’osservazione incauta e azzardata. E’ quello che capita a tutti di fare più spesso. Guardiamo le cose fermandoci alla loro apparenza, spesso giungendo anche a delle considerazioni automatiche a riguardo. Quel ragazzo sembra cattivo. Perciò sarà cattivo. Quel ristorante sembra decadente. Perciò non sarà un buon ristorante dove mangiare. Si tratta di una modalità di osservazione della vita permeata dal giudizio, che non passa attraverso il ragionamento e che nulla ha a che vedere con la verità e la consapevolezza.
Theori: la visione attraverso la ragione
Quando vogliamo conoscere la verità e avere una comprensione più profonda delle cose, occorre mettere in campo la ragione. Questo approccio è più intellettuale ed è tipico di chi rifiuta qualsiasi cosa che la sua mente non sia in grado di concepire. Molti individui sono convinti che non esistano vari livelli di verità, ma che tutto sia o bianco o nero, senza vie di mezzo possibili. Mantengono, pertanto, un atteggiamento mentale verso qualunque cosa. Si comprende come questo tipo di osservazione abbia dei limiti, visto che non tiene conto di cose che vanno oltre la comprensione attuale. Può rappresentare un ostacolo all’introduzione di nuove prospettive e persino di un nuovo progresso, in qualunque campo.
La parola greca che esprime questa modalità di osservazione è theori, termine che poi si è evoluto in quello che usiamo comunemente come teoria. Questo termine ha a che fare con l’atto di osservare e spiegare ed è tipico dell’approccio scientifico accademico. Per questo spesso la teoria non è comprensibile a tutti, perché non passa attraverso la percezione del cuore.
Horao: la visione attraverso il cuore
Quando entra in gioco anche il cuore, si comincia a vedere il mondo sotto una luce diversa. E’ come se non solo si aprisse la mente, ma si ampliasse anche la consapevolezza. Il termine greco che esprime questa modalità è horao, la percezione priva di pregiudizio.
Ciò che dovremmo fare è quindi, ad esempio, guardare un ragazzo con gli occhi e valutare il suo aspetto; poi chiamare in aiuto la mente, per andare oltre le apparenze e magari valutare il suo modo di fare; infine, aprire il cuore e percepire ciò che non si vede, ma che si sente ad un livello più profondo.
Tutti siamo in grado di farlo ed è importante perché solo così diventiamo consapevoli della nostra verità. Sì, perché per quanto molte persone cerchino di presentare e spiegare verità universali, queste semplicemente non esistono. L’unica verità che conta è quella che corrisponde a come ci sentiamo dentro di noi di fronte a determinate situazioni, giorno dopo giorno, e nell’ambito delle nostre relazioni.
Qualunque altra verità predicata dagli altri è irrilevante, se non corrisponde al nostro modo di percepire la realtà su tutti e tre i livelli.
Vedere con il cuore significa cercare di capire davvero. Andare oltre il puro raziocinio. Vuol dire smettere di essere governati esclusivamente dal pensiero razionale e iniziare a usare la ragione in maniera equilibrata, interpretando le cose senza più pregiudizio.
Questa è l’unica via per la comprensione della verità, dei contesti, delle esperienze e delle circostanze che affrontiamo ogni giorno.
Chiaro è che dietro a tutto questo, deve esserci una motivazione ben precisa, uno stimolo forte a migliorare il proprio modo di vivere, influenzando di conseguenza, in maniera positiva, anche quello degli altri.
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
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