L’intensità di un evento traumatico varia a seconda dell’individuo e della sua percezione personale. I traumi infantili più diffusi vanno dalla paura dell’abbandono all’abuso fisico o psicologico. Ma può trattarsi anche di eventi apparentemente insignificanti, che il bambino non ha però saputo comprendere e integrare e che possono creare disturbo anche nella sua vita da adulto.
Capita di non ricordarli, gli eventi traumatici, almeno non ad un livello cosciente. Però la loro informazione rimane registrata a livello dell’amigdala, su un piano quindi molto più profondo. Questo può dare adito a dei comportamenti piuttosto comuni che, se riconosciuti, si potranno finalmente affrontare per liberarsi una volta per tutte dalle conseguenze di un trauma del passato.
Ci sono infatti alcuni segnali che possono far sospettare che un individuo abbia subito un trauma da bambino.
Attacchi di panico ricorrenti
Chi ha affrontato un evento traumatico nei suoi primi anni di vita lotta spesso con l’ansia, una volta raggiunta l’età adulta. Elaborare troppe cose in una volta sola è difficile perché ciò che è stato vissuto in passato ancora porta delle conseguenze. Sono persone che si guardano alle spalle e che percepiscono costantemente il mondo come una minaccia. Ecco perché arrivano gli attacchi di panico, anche quando non vi è alcun motivo apparente. Queste reazioni possono sopraggiungere anche a fronte di uno stress minimo.
Riluttanza a correre qualsiasi rischio
Un’esperienza traumatica vissuta da bambini può trasformare completamente il resto della vita. A livello inconscio non si vuole più vivere una situazione analoga, perciò si vive nell’ansia costante e non si rischia mai, in nessuna circostanza. La zona di comfort è il luogo prediletto, dove ci si sente al sicuro. Questo ostacola però la propria realizzazione personale e impedisce di sviluppare la versione migliore di se stessi.
Paura paralizzante
Un trauma colpisce a più livelli, in modo silente. Da qui scaturiscono spesso delle fobie inconsce, legate alle cose più disparate. Questo accade perché la mente inconscia le associa al dolore provato. Queste paure vanno vinte quanto prima, perché finiranno, altrimenti, per prendere il controllo della nostra vita. Si innescano quando meno ce lo aspettiamo e continuano a farci del male, senza che si riesca a domarle.
Isolamento
Quando ne abbiamo passate tante, la tendenza tipica è quella di isolarsi dal resto del mondo, anche dalle persone più vicine. Questo succede per diverse ragioni, ma essenzialmente per nasconderci dagli sguardi indiscreti. Questo comportamento può trasformarsi però in un vero e proprio disturbo di ansia sociale e chi ne soffre deve quanto prima correre ai ripari. Isolarsi dall’ambiente esterno è quanto di più deleterio ci sia per un individuo, perché ne blocca l’evoluzione su più piani.
Atteggiamento passivo-aggressivo
Spesso risulta più semplice menare le mani, piuttosto che affrontare la causa di un problema. Quando una persona è troppo spaventata per esplorare tra i suoi lati oscuri, cerca di reprimere la rabbia e il risentimento. Questi sentimenti devono però essere sfogati in qualche modo ed ecco che compare l’atteggiamento passivo-aggressivo. E’ un modo per fuggire dalla realtà, ma non porta a nulla.
Tensione costante
Nonostante l’esperienza traumatica sia stata vissuta molti anni prima, alcune persone faticano a lasciare andare. Le circostanze sono cambiate, eppure vivono costantemente nel ricordo di quel trauma, mantenendolo così sempre vivo. E’ il cervello che è rimasto bloccato nella reazione di attacco o fuga e questo causa un costante conflitto interiore, che porta ad una tensione permanente. Questo impedisce di vivere pienamente e di avere la testa libera dai pensieri.
Atteggiamento della vittima
Alcune persone, quando vivono un trauma in qualunque forma, si abituano al ruolo di vittime. Si identificano in questo e continuano a recitare la stessa parte in ogni circostanza. E’ la ricerca di attenzioni e la paura dell’abbandono a stimolare questo tipo di atteggiamento. E’ il loro modo per sentirsi al sicuro, nonostante sia in realtà dannoso per chiunque.
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Articolo di generazionebio.com
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