La storia del Mago di Oz è una storia di ricerca, di incontri e di ritorni a casa.
E’ la storia di chi sogna e dovunque ci sono simboli che mostrano il percorso di ogni essere umano che intraprende una ricerca di se stesso, allo scopo di ritrovare quella vita che davvero gli appartiene.
Dorothy rappresenta il nostro alter ego. Si tratta di una ragazza vivace, che vive insieme agli zii in una piccola cittadina agricola. L’inizio del film è rappresentato in bianco e nero, come può essere una vita senza colori. Dorothy però sogna… sogna di camminare su un arcobaleno. Questo rappresenta la volontà di intraprendere un cammino di ricerca.
Profondamente dentro di noi, nessuno si accontenta di una vita in bianco e nero. Magari non ci pensiamo consapevolmente, ma una voce dentro di noi implora di dare retta al nostro destino. Magari quella voce ci parla attraverso i sogni, altre volte tramite degli eventi.
La vita ha dei piani precisi cui adempiere. Magari passiamo metà della nostra esistenza ad agognare e sperare in un cambiamento, senza però mai passare all’azione. Allora possono insorgere un licenziamento, oppure una delusione sentimentale o una perdita. Questi sono gli eventi che ci costringono ad uscire dalla nostra zona di comfort.
Nel caso di Dorothy, si tratta di un ciclone: mentre dorme arriva e la strappa letteralmente da tutto ciò che le è famigliare e la trascina, insieme al suo cagnolino Totò, nel paese del Mago di Oz.
Totò è la rappresentazione del nostro intuito. Sta sempre accanto a Dorothy ed è la chiave in diversi momenti in cui, grazie a lui, la ragazza riesce a non commettere degli errori.
E’ singolare anche constatare come, in un luogo dove gli animali comunicano attraverso il linguaggio, Totò continui con i soliti latrati. Ma si sa che il linguaggio dell’intuizione è diverso da quello comune.
In Oz, insieme alle strane creature, vivono anche due tipi di streghe: quelle buone e quelle cattive. Questo ricorda la dualità che concerne la condizione umana.
In un atto simbolico, l’autore le pone su un asse verticale (streghe del Nord e del Sud) che rappresenta l’asse spirituale (come sopra, così sotto) e il male, la lotta per il potere e le risorse, e su un asse orizzontale (streghe dell’Oriente e dell’Occidente).
E’ una strega del Sud ( che rappresenta la Terra) a consegnare a Dorothy al suo arrivo delle pantofole argentate (che diventano poi rosse), nascondendole quello che è il loro potere.
I maestri appaiono così nella nostra vita: apportano dei contributi e ci stimolano a scoprire da soli il potere delle nostre risorse. Le scarpe d’argento possono essere l’espressione della orda d’argento che tiene insieme la nostra identità spirituale e quella materiale.
Dorothy poi scopre che per tornare a casa dovrà essere aiutata dal temuto mago di Oz, che vive a Emerald City (lo smeraldo è un cristallo molto potente). Per raggiungere questo luogo, Dorothy dovrà transitare lungo il percorso dei mattoni gialli.
Questo sentiero si può paragonare a quello d’oro del buddismo, alla traiettoria verso la propria anima. Il giallo è il simbolo del discernimento, per questo il percorso non deve essere abbandonato.
Aiutata dal suo intuito, Dorothy troverà la strada verso un triste spaventapasseri, che vorrebbe un cervello e si unisce alla spedizione sperando che il mago glielo possa fornire.
Il primo obiettivo della ricerca è quindi la saggezza.
Poi si incontrerà l’arrugginito Tin Man, che soffre per la mancanza di un cuore (ma se non ha un cuore, come fa a soffrirne?).
E’ a questo punto che intuizione, saggezza e amore accompagnano la protagonista nella sua ricerca. Fino a quando non arriva anche il leone codardo, che si unisce al gruppo in cerca di coraggio. Il coraggio è essenziale per lasciare andare tutte quelle zavorre che rallentano il cammino verso il ricongiungimento con noi stessi.
Ma il vero incontro è quello con il Grande Mago. Colui che, essendo un ventriloquo, introduce paura negli abitanti di Oz attraverso la proiezione di voci false. Questa figura rappresenta tutti quei falsi guru che appaiono sul nostro cammino, quelli che ci sottovalutano, ci intrappolano nelle loro frasi fatte e che ci negano l’unica verità possibile, cioè che intuito, amore e saggezza sono già dentro di noi. Così come la verità. Ma abbiamo bisogno di percorrere il sentiero dorato per riconoscere la nostra vera essenza, che non troveremo mai attraverso alcun guru all’infuori di noi.
Sarà infine Totò, ovvero l’intuizione, a condurre Dorothy al ritorno a casa.
Perché è sempre così che va: dopo che ha avuto luogo la trasformazione e dopo che l’Illuminazione è stata raggiunta, il nostro cammino ci riporta sempre a casa.
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Articolo di generazionebio.com
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