Pochi sanno, quando utilizzano il termine zen, che si tratta della pronuncia giapponese della parola chan, che deriva dal sanscrito dhiana = meditazione.
Uno spazio zen è, pertanto, quello che si dedica alla meditazione.
Se messo a punto per bene e utilizzato con costanza, diventerà una sorta di santuario e si caricherà talmente di energia positiva, da poterla percepire appena vi si accede.
Prima di cominciare, l’ideale è assegnare un angolo della casa all’utilizzo esclusivo di questa pratica. Deve trattarsi di uno spazio speciale, da decorare in maniera da poter vivere una vera e propria esperienza sensoriale quando vi si soggiorna. Il posto migliore è quello che permette di non essere disturbati dai familiari o dagli animali domestici. Meglio, quindi, se lontano da un televisore e non in uno spazio che di solito viene condiviso con altri.
Per ottenere questo obiettivo è utile rispondere ad alcune domande.
- Qual è il colore che associo alla pace interiore?
- Che profumo mi evoca?
- Quale suono vi ricollego?
- C’è un oggetto in particolare che lo rappresenta?
Fatto ciò, occorre pensare all’illuminazione, che dovrebbe essere scarsa. Anche la temperatura dovrebbe essere piacevole. Particolare attenzione all’acustica: lo spazio migliore è quello maggiormente isolato dai rumori esterni. Per favorire un’atmosfera rilassante si può accendere dei bastoncini di incenso di buona qualità e magari mettere in sottofondo della musica adatta.
Quando la stanza è pronta, dopo avere eseguito una pulizia energetica preliminare, bruciando della salvia o del cedro, prima di iniziare a meditare è meglio dedicare qualche minuto all’esecuzione di alcuni esercizi di stretching: questo sarà utile a eliminare qualche tensione corporea accumulata nel corso della giornata.
Una volta che il corpo si sarà rilassato, sarà utile mettersi comodi, dopo essersi procurati un cuscino ideale, magari. La postura in questo contesto è importante, perché una posizione eretta della schiena consente di respirare bene e favorisce la calma mentale, prevenendo tensioni e dolori durante la meditazione. Inoltre, se la schiena è dritta l’energia fluirà in maniera corretta, integrando il corpo e la mente tra di loro.
Al contrario di ciò che qualcuno sostiene, non esiste un modo giusto o sbagliato di meditare. Si tratta di una pratica talmente personale, che ognuno deve trovare il proprio modo.
Qualche raccomandazione può essere però utile a migliorare l’efficacia di questa esperienza.
Le mani andrebbero tenute in posizione gyan mudra. Gli occhi andrebbero chiusi, per evitare qualsiasi tipo di distrazione. L’attenzione dovrebbe focalizzarsi sul respiro: si inspira dal naso, si riempie l’addome di aria e si rilascia sempre attraverso il naso, ma anche la bocca. La scansione del respiro dovrebbe essere lenta, profonda e lunga, della durata media di 5-8 secondi.
Una volta acquisita una certa pratica, questo angolo zen diventerà una sorta di rifugio ma si sarà diventati bravi a meditare ovunque, se necessario persino in coda al supermercato, oppure in auto nel bel mezzo di un ingorgo.
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Articolo di generazionebio.com
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