Se vuoi fare ordine nella tua vita, puoi ricorrere al metodo delle quattro scatole.
Si dice che uno dei modi più efficaci per conoscere lo stato del nostro mondo interiore è di avere la consapevolezza dello stato della propria casa, che è lo spazio dove proiettiamo la nostra personalità, e il modo in cui ci relazioniamo con l’ambiente esterno, ma anche con noi stessi.
Lo spazio circostante diventa così un’estensione del nostro modo di interagire con il mondo e un’analisi approfondita del nostro ambiente ci darà degli indizi chiari sul nostro stato interiore.
Per cominciare, può essere molto utile porsi delle domande molto precise.
La mia casa è un luogo che io ho creato oppure sembra la copia di un catalogo di arredamento?
Gli oggetti che popolano la mia casa li ho scelti per una ragione ben precisa, oppure sono doni impersonali, che avevano bisogno di una collocazione qualunque?
Gli armadi sono sempre in ordine, anche se il resto della casa ne risente un po’, o viceversa?
Queste tre domande offrono la chiave per capire se stiamo vivendo secondo regole esterne o interiori, se la nostra casa è un riflesso dei nostri gusti oppure viviamo nella convinzione che una casa deve essere come le altre case.
Se hai la tendenza a tenere sempre gli armadi in ordine, significa che sai anche prenderti cura del tuo mondo interiore. Se preferisce che l’ordine sia solo all’esterno, vivi condizionato dall’opinione degli altri.
Certo è che è molto più semplice lavorare all’esterno anziché all’interno. Quello che spesso non teniamo in considerazione è che le due parti sono strettamente collegate e che, ordinando consapevolmente la nostra casa, possiamo riportare ordine anche nella nostra interiorità e di conseguenza nella vita tutta.
Il metodo delle 4 scatole è piuttosto laborioso, ma molto semplice.
La parola chiave è consapevolezza. Questo comporterà l’utilizzo di un certo periodo di tempo, ma i benefici che ne derivano sono numerosi.
L’ideale è di soffermarsi solo una stanza al giorno, perché è necessario spostare tutti gli oggetti che vi si trovano.
Serviranno 4 scatole, o anche 4 sacchetti: due per gli oggetti che terremo con noi e due per quelli che elimineremo.
In questa fase, può risultare utile tenere a portata di mano un taccuino, per appuntare le impressione e le sensazioni che sorgeranno.
Tutto ciò deve essere eseguito come se si trattasse di un rituale di purificazione, come un atto sacro. In nessuna maniera deve essere vissuto come una costrizione.
Si può anche mettere un po’ di musica in sottofondo, per rendere il tutto ancora più piacevole.
Ogni scatola dovrà essere etichettata in questo modo:
BUTTARE / TENERE / REGALARE O VENDERE / RICOLLOCARE
I criteri da seguire sono semplici:
- questo oggetti oggi mi rende felice?
- questo oggetto ha qualche utilità nella vita che voglio condurre oggi?
- questo oggetto lo voglio veramente tenere? Perché? Per cosa?
- questo oggetto lo devo per forza tenere qui, o posso spostarlo altrove?
- Se io non lo voglio più, può rendere felice un’altra persona?
- Lo posso regalare o lo posso vendere?
A seconda delle risposte andrà collocato in una scatola o in un’altra. Ma tutto ciò che c’è in una stanza dovrà essere catalogato in questo modo. Rigorosamente.
Prestare attenzione a quegli oggetti che sembra molto difficile lasciare andare nonostante non servano più può offrire degli indizi importanti su di noi.
Va però detto che ogni oggetto che stiamo per eliminare dalla nostra vita merita un adeguato addio: va ringraziato per la funzione che ha avuto in tutto il tempo in cui è stato con noi.
Una volta che armadi e mobili sono vuoti, vanno puliti in maniera accurata e solo dopo gli oggetti che abbiamo deciso di tenere vanno ricollocati.
Con questo esercizio si impara a conoscere un po’ meglio la nostra personalità: chi eravamo, chi siamo oggi e chi vogliamo diventare; le nostre paure e i nostri attaccamenti. Il valore aggiunto è che le energia della casa si rinnoveranno.
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Articolo di generazionebio.com
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