Viviamo in un’epoca nella quale qualunque insegnamento e qualsiasi conoscenza, anche la più antica, si possono scaricare da internet. Il mondo sembra impazzito per temi come la spiritualità e l’illuminazione. Chi non ricerca la consapevolezza, è fuori moda.
Dicono che bisogna mangiare consapevolmente; lavorare consapevolmente; interagire con consapevolezza con gli altri. Si tratta di un processo naturale che ci riguarda tutti. Ma si tratta di un meccanismo sottile, che, se non ben equilibrato, rischia di spingere i più lontani dalla vita umana ordinaria, dalle sue emozioni e contingenze.
Molti sedicenti guru affermano con orgoglio, con tutta la loro cerchia di pseudo-illuminati, affermano dall’alto della loro grandezza di non avere più reazioni umane.
A cosa porta tutto questo? A pensare di essere più elevati di altri, nella convinzione di agire in maniera spirituale. Questo porta quindi alla separazione. Cosa che va totalmente contro i principi di base della maggior parte degli insegnamenti: quello secondo cui la pratica dovrebbe stimolare una connessione con gli altri, anziché una divisione maggiore.
Quando un essere umano rifiuta, dietro la maschera dell’illuminazione, quelle che sono le reazioni umane, rifiuta se stesso e la ragione per cui è qui sulla Terra, che è essenzialmente evolvere attraverso un’esperienza materiale e terrena.
Non tutte le manifestazioni umane sono indice di uno spirito elevato, ma qualunque esse siano vanno comprese e accettate. Oltre che vissute.
Solo così si può davvero compiere il proprio cammino di crescita, che deve essere percorso attraverso la consapevolezza che esiste unità dentro di noi e che non sussiste alcuna separazione con l’altro.
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Articolo di generazionebio.com
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