Il fondatore della Cromopuntura Peter Mandel da decenni esplora le numerose opportunità offerte dall’energia informativa in materia di diagnosi e terapia, collaborando con scienziati di varie discipline. Oggi lo studioso tedesco ha guadagnato fama internazionale, anche grazie all’opzione diagnostica energetica che affianca alla Cromopuntura. Le sue scoperte sono oggi sfruttate e attuate da medici e terapisti in tutto il mondo, oltre che nella sua clinica di Bruchsal in Germania.
La terapia della luce e del colore affonda le sue radici nei tempi più antichi, grazie alle proprietà terapeutiche che già allora venivano loro attribuite. La luce colorata ha efficacia sia da un punto di vista fisico che da un punto di vista psicologico.
La fisica oggi ci insegna che la luce è costituita da onde elettromagnetiche. Ogni colore è dotato di una lunghezza d’onda specifica, a ciascuna delle quali corrisponde un dato numero di vibrazioni.
Il biofisico tedesco Fritz-Albert Popp nel 1984 ha presentato un ampio lavoro che dimostra come le cellule comunichino tra di loro attraverso i biofotoni, quindi sfruttando la luce. Sulla base di questa scoperta, Mandel si convince che sia possibile eliminare le irregolarità nella vibrazione della cellula e riportarla a funzionare normalmente sfruttando proprio le qualità della luce colorata. E quale mezzo migliore dei meridiani dell’agopuntura cinese, per veicolare questa informazione di ripristino e di regolazione?
La Cromopuntura è risultata risolutiva in un’ampia casistica clinica e si è rivelata molto efficace anche in ambito pediatrico. In particolar modo quando attuata su bimbi affetti da disturbi dell’attenzione e dell’apprendimento.
In Germania, la terapista e insegnante di sostegno Barbara Kuchelmeister ha scritto una tesi sull’argomento. Il lavoro riporta la sua esperienza terapeutica con cinque bambini affetti da deficit dell’attenzione e iperattività, trattati con la cromopuntura per un periodo di nove mesi a Stoccarda. Tutti presentavano i sintomi tipici di questa problematica: impulsività, disattenzione e iperattività.
La teoria è che alla base di questo disturbo vi sia un problema di regolazione dell’attivazione del sistema nervoso centrale. Questo può essere innescato da predisposizione biologica, come fattori genetici, rischi pre-peri e post natali come circostanze difficili prima, durante e dopo la nascita.
Oggi questo disturbo è tra i più comuni nell’età dell’infanzia e si stima che ne soffra una percentuale di studenti pari al 3-10%. Spesso, questi bambini subiscono ingiustamente delle discriminazioni, anche a scuola, perché si mostrano impulsivi e disobbedienti. E vengono così definiti iperattivi.
Fino agli anni ’50 i medici erano convinti che la causa principale dell’irrequietezza motoria, come l’iperattività, fosse causata da un piccolo danno cerebrale. Non c’è mai stata una prova definitiva di questo, però, anche perché si tratta di una disfunzione che non si può rilevare con l’elettroencefalogramma.
A questo comportamento, con il passare del tempo, sono stati associati anche il disturbo dell’attenzione, l’impulsività, l’aggressività, ecc. Tutto questo è poco coerente, perché di solito iperattività, deficit dell’attenzione e apprendimento difficoltoso non hanno nulla a che vedere l’uno con l’altro, né con un handicap. Anzi, spesso sono proprio questi bambini a mostrarsi più intelligenti di altri. La loro performance scolastica subisce dei rallentamenti solo a causa della loro facilità a distrarsi. Anche per i genitori è spesso difficile interagire con loro e tutto rischia di trasformarsi in un fallimento, nonostante gli sforzi.
Il progetto che ha coinvolto i cinque bambini a Stoccarda ha portato a risultati entusiasmanti, grazie all’uso della Cromopuntura. L’atteggiamento dei bambini, nonché le loro relazioni, sono nettamente migliorate: il tutto confermato da una diagnosi ulteriore alternativa, la cosiddetta diagnosi energetica di punti terminali (DEPT), oltre che da tutti i soggetti coinvolti nello studio, compresi gli insegnanti. Non solo i bambini hanno migliorato i loro risultati scolastici, ma si sono dimostrati addirittura superiori ai compagni di classe, dopo aver completato il trattamento.
Sono molti i bambini che si sottopongono a sedute di Cromopuntura, anche perché si tratta di una terapia delicata e indolore; non è invasiva, perché non si utilizzano gli aghi, ma delle penne speciali che irradiano sulla cute dei fasci di luce colorata.
In genere si riscontra in tutti i bambini che soffrono di queste problematiche un disturbo della lateralità: vi è cioè un disequilibrio tra i due emisferi cerebrali, che penalizza l’elaborazione delle informazioni. Grazie alla Cromopuntura, è possibile riportare gli emisferi in equilibrio, stimolando con il colore il corpo calloso. Questo è un primo passo per spianare la strada per il lavoro successivo, in cui si cerca di far fronte all’enorme stress mentale che i bambini vivono quotidianamente. Per fare questo, l’attenzione si concentra sul sistema limbico, sede delle nostre emozioni e dei nostri sentimenti. Peter Mandel definisce l’amigdala in particolare il cestino della spazzatura dei nostri sentimenti, dove si deposita qualsiasi informazione emotiva. Quando il cestino trabocca di rifiuti, il sistema limbico si blocca e lo stesso capita per la creatività e per il processo di apprendimento, che appare disturbato. E’ come se, essendo pieno, non avesse più la capacità di assorbire nuove informazioni, quindi di imparare.
È questo punto che in genere si va a lavorare più in profondità, indagando su eventi prenatali o della nascita, ma anche post natali. Può trattarsi di traumi fisici o mentali, che hanno lasciato la loro profonda ferita nel bambino, il quale non è in grado da solo di rielaborarli.
La Cromopuntura rappresenta in questo senso una possibilità terapeutica molto efficace, che un genitore dovrebbe valutare attentamente al fine di migliorare la qualità della vita del suo bambino, oltre che la propria.
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
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Foto di © Andrea Gandini
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