Dentro a ognuno di noi c’è un bambino ferito, che aspetta di guarire e di permetterci di vivere un’esistenza che abbia finalmente un significato.
Questa guarigione è certamente attuabile, purché si rispettino cinque tappe fondamentali e graduali, che favoriranno il conseguimento dell’obiettivo.
1. Riconoscere il proprio conflitto interiore e diventare consapevoli dei propri sentimenti
Se vogliamo alleviare la sofferenza del nostro bambino interiore e provvedere ai suoi bisogni, per vivere finalmente nella gioia, occorre essere consapevoli di ciò che proviamo. E’ necessario, allora, riconoscere le nostre emozioni. Queste vengono espresse dal nostro corpo: gambe che tremano, petto stretto, stomaco annodato, guance bollenti. Questi sono tutti segnali che il nostro corpo ci invia e che dobbiamo imparare a riconoscere, per comprendere cosa ci causa disagio o piacere. Da qui potremo iniziare a compiere delle scelte consapevoli. Un po’ come quando si impara a riconoscere il senso di sazietà e si smette di mangiare appena questo si manifesta. Bisogna allora riconoscere che c’è un bambino, dentro di noi, che ci parla attraverso il corpo. Cerchiamo di stare attenti e di essere disponibili ad ascoltarlo.
2. Rispondere come un adulto amorevole, fare domande e comprendere
Una volta che le emozioni sono state riconosciute e accettate, è indispensabile rispondere, con l’intenzione di imparare e crescere. La voce del nostro bambino interiore va allora accettata con sincerità e interesse, per creare empatia. E’ necessario credere nella legittimità dei nostri sentimenti, non averne in alcun modo paura e accettare di sentire la sofferenza. E’ molto utile porsi delle domande, proprio come faremmo con una persona esterna a noi.
- Cosa sta succedendo?
- Cosa provi?
- Di cosa hai bisogno?
- Cosa ti provoca questa sofferenza?
Questo stimolerà a prendersi cura di se stessi, a intraprendere finalmente un dialogo interiore costruttivo.
3. Interagire con il bambino interiore e soddisfare i suoi bisogni
E’ possibile parlare con il proprio bambino interiore in qualsiasi circostanza.
- Nella quotidianità (che colore vuoi indossare, dove vuoi andare in vacanza…)
- Nel corso di conflitti o eventi dolorosi (perché sei arrabbiato, cosa ti fa vergognare, cosa posso fare per te…)
- Per recuperare ricordi o credenze (che ricordo ti suscita questo evento, hai bisogno di essere tenuto tra le braccia mentre vivi questa sofferenza…)
Bisogna accogliere le risposte senza giudizio e comportarsi in maniera amorevole.
4. Interagire con la coscienza superiore e chiedere una mano
Qui è necessario connettersi con la nostra coscienza superiore e chiedere aiuto, in modo da riconoscere la vera natura delle cose e capire come comportarsi. La coscienza superiore rappresenta ciò che siamo davvero e si contrappone all’ego, che è quella personalità costruita e basata su false credenze che generano insicurezza nell’individuo. Si possono porre diverse domande, tra cui:
- Cosa si nasconde dietro a questa convinzione che mi limita?
- Come posso correggere questa credenza?
- Come posso agire con amore in questa circostanza?
- Di cosa ha bisogno il mio bambino interiore per sentirsi amato da me in questo momento?
Spesso le risposte non arrivano subito, perché ci vuole del tempo affinché maturino e si sviluppino. Ma arriveranno.
5. Dare una risposta attiva alle esigenze del bambino interiore e dell’adulto
Questa ultima tappa implica dei gesti amorevoli, che riconcilino i pensieri dell’adulto con i bisogni del bambino interiore. Qui è spesso necessario mettere in discussione una vita intera, cosa che richiede un certo coraggio e che comporta anche qualche rischio. Ma solo noi potremo farlo per noi stessi. I gesti amorevoli saranno indirizzati alla nostra interiorità, ma anche al lato esteriore. Questo passaggio donerà all’adulto un profondo senso di potere, oltre che il piacere di prendersi cura di sé; al bambino donerà l’impressione di essere finalmente libero e sicuro e di valere molto più di quanto pensasse prima.
Questo processo di guarigione del proprio bambino interiore viene illustrato in maniera accurata nell’affascinante libro Inner Bonding di Margaret Paul, uno strumento utile a trasformare la relazione con se stessi, la famiglia, gli amici e persino i colleghi di lavoro.
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Articolo di generazionebio.com
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